sabato 20 giugno 2015

La tentazione di essere felici di Lorenzo Marone

“La tentazione di essere felice” del napoletano Lorenzo Marone è un agile, scorrevole romanzo, che vede per protagonista un comune “borghese piccolo piccolo”, l’ultrasettantenne Cesare Annunziata, un vecchietto schietto e burbero che, vedovo

"Ti volevo dire che stasera una donna mi ha stretto la mano e mi ha fatto emozionare come da tempo non accadeva. Lo so, non è carino che lo venga a confidare proprio a te. Ma sei l'unica alla quale mi andava di dirlo. Buonanotte.”

e con due figli ormai adulti,  ha imparato a vivere con la solitudine e la vecchiaia.

“Non c'è niente di peggio di una persona socievole. Cosa c'è mai di tanto spassoso nel conoscere un nuovo individuo? Tanto siamo tutti uguali, chi più chi meno, un mucchio di difetti che passeggia per strada e incontra altri mucchi simili.”

Dietro l’apparente freddezza e distacco  Cesare sa essere lucido e realista, sa perfettamente che il figlio è omosessuale anche se il giovane non gliel’abbia mai confessato,scopre la relazione extraconiugale della figlia, si accorge dei maltrattamenti subiti da Emma , la sua nuova inquilina,da parte del marito. Seguiamo i suoi pensieri e riflessioni, i suoi rammarichi e le sue emozioni, le sue scoperte, conosciamo il suo rapporto con i vicini di appartamento  e così,   pian piano, pagina dopo pagina  ci affezioniamo a lui , siamo conquistati dalla sua simpatia e carisma e condividiamo le sue riflessioni. Alla fine della lettura è difficile staccarsi da Cesare Annunziata, ci rimane dentro a lungo. Da essere egoista e cinico come ci si mostra all’inizio , si rivela fragile ,sensibile e capace di amare  e aiutare il prossimo. Questo dopo aver capito che non è possibile tornare indietro, cambiare quello che è stato, dobbiamo renderci conto che chiunque sbaglia e non è giusto condannarci all’infelicità solo per la mancanza di coraggio di prendere una decisione e affrontare il dolore, di cambiare. Non dobbiamo rinunciare a rincorrere la nostra felicità.

“Mi ritrovai a compatirlo, anche se il tempo ha plasmato la pena in ammirazione. Credevo non ce l'avrebbe fatta a superare il momento, invece i mesi passavano e lui si faceva trovare ancora in piedi. La vita non è stata gentile con lui, eppure Marino ha continuato a non toglierle il saluto. Ho allora capito che non esistono persone più coraggiose di altre, c'è solo chi affronta il dolore quando deve essere affrontato".

Il racconto di Cesare si conclude con il gioco del MI PIACE.
Ho chiuso il libro con gli occhi umidi.


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