venerdì 12 giugno 2015

La morte a Venezia di Thomas Mann

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Gustav Aschenbach è un  famoso scrittore tedesco che ha costruito vita e opera sulla più ostinata fedeltà ai canoni classici dell'etica e dell'estetica. Un giorno, al cimitero del Nord di Monaco, la visione sinistra di uno strano individuo risveglia in lui un'insana voglia di viaggiare. La prima scelta cade su Pola ma poi la confusione e la folla gli fanno capire che quello non è l’ambiente adatto a lui e propende per un’altra meta: Venezia

Al lido la sua attenzione viene attratta da una famiglia polacca e in particolare da Tadzio, il figlio quattordicenne, bello e aggraziato.

Lo sguardo di Aschenbach suTadzio, si fa sempre più morboso, tanto che anche lui si sorprende ed è confuso da questo nuovo aspetto della sua personalità e dai suoi impulsi morbosi. Non riesce a togliere gli occhi dal giovane ed è felice solo quando lo vede .Si  vergogna della propria decadenza fisica e così comincia a imbellettarsii per nascondere i segni dell’età. Infine immagina o  equivoca un sorriso da parte del ragazzino..
La Venezia bella e autorevole dell’inizio marcisce piano piano tra il caldo , la puzza e il colera. La sua decadenza corrisponde a quella del protagonista . Alla fine  Aschenbach  divente vittima della sua stanchezza e fisica e morale,e dopo un primo tentativo di partenza , decide di rimanere a morire a Venezia, pur di non abbandonare i suo Tadzio.. Sarà questo anche il destino di Venezia, una città morente sotto la meravigliosa patina confezionata ad uso e consumo dei turisti?
La morale mitteleuropea del protagonista viene  contaminata dal clima meditteraneo e vacanziero fino a crollare a causa di un amore inconfessabile.
La Venezia che appare da lontano all’arrivo è bellissima ed elegante ."La nave riprendeva, per il canale di San Marco, la navigazione interrotta tanto vicino alla meta. E così rivide un'altra volta, lo scalo splendido, quella composizione affascinante di edifici fantastici che la Repubblica offriva ai rispettosi sguardi dei naviganti, nell'avvicinarsi, la grandiosità agile del Palazzo e il Ponte dei Sospiri, le colonne alla riva, con leone e santo, il fianco sporgente sontuoso della chiesa fiabesca, la veduta dell'arco e l'orologio gigante, e guardando lassù pensò che arrivare a Venezia per la via di terra dalla stazione, significa entrare in un palazzo dalla porta posteriore”
Mano a mano l’immagine da cartolina scompare e viene sostituita da un’altra che presagisce la morte. Un cielo plumbeo ricopre Venezia, le acque melmose della laguna ribollono, emanando un tanfo pestifero. La gondola è nera e sembra una bara. La città assume la stessa ambiguità del protagonista.
Gustav,disgustato all’inizio da un vecchio che si unisce ad un gruppo di giovani, finisce per assumere gli stessi atteggiamenti ridicoli quando si invaghisce del ragazzo.


Raffinato, etereo, malinconico, a volte ironico,  scritto con uno stile barocco e ricercato.
Da leggere assolutamente.

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