lunedì 25 maggio 2015

Per dieci minuti di Chiara Gamberale

Su invito della psicoterapeuta la protagonista si trova a dedicare almeno dieci minuti al giorno, tutti i giorni,
per un mese, a una cosa nuova mai fatta. Idea carina,   se non fosse sviluppata in maniera così semplicistica , banalizzando ogni argomento trattato, come la solitudine, l’auto stima, l’amore , l’amicizia,la sensualità etc. Ogni pagina ritorna sul rapporto col marito che l’ha lasciata , come se fosse dipendente da lui .Per di più le idee per questi 10 minuti sono a volte poco originali, come mettere lo smalto fucsia,guidare, cucinare.

Lo si legge in un paio di giorni, scorre via, ma non rimane niente su cui riflettere.

Il gioco dovrebbe servire per imparare a guardarsi dentro e imparare a vivere.

Ma considerato che la conclusione dell’io narrante è la seguente:
“ E allora mi dico che, se nel mondo ci sono persone che suonano il violino, cambiano pannolini, girano video porno amatoriali, insegnano hip-hop, seminano e leggono Harry Potter, fra sette miliardi ce ne sarà almeno una che stava aspettando proprio me, nei dieci minuti in cui io la incontrerò”
viene da chiedere : ma dove ha vissuto fino a ieri questa scrittrice?

mercoledì 13 maggio 2015

Missione d'onore di Giovanni Melappioni

Oggi propongo il libro di un mio amico: Giovanni Melappioni.
Missione d’onore si è aggiudicato il secondo posto al Premio letterario Rai La Giara 2014. E’ edito da Eri Rai

Prologo:In un piccolo paese collinare nella provincia di Acireale, il prete a cui è affidata la parrocchia scrive una lettera diretta al Vescovo, una missiva dettata da un profondo rimorso, nascondendola poi in un antico volume in sacrestia. L’emozione è così forte che il cuore lo tradisce.
Poi inizia il romanzo che segue due storie parallele a capitoli alternati:  da una parte un piccolo gruppo di paracadutisti tedeschi cerca di non cedere all’avanzata degli alleati e portare a termine una missione,dall’altra la storia  di due fratelli ,Ines e Cosimo ,che vivono con la segreta speranza di potersi un giorno allontanare dalla vita familiare fatta di violenza e ignoranza. I due racconti si intrecciano quando due dei soldati tedeschi si trovano casualmente nel campo dove  Cosimo sta subendo violenza da un signore del luogo e lo salvano da un sicuro stupro. I tedeschi sono arrivati in paese perché hanno la missione di recuperare la lettera del prete,quella dell’inizio, e Ines cercherà di aiutarli per riconoscenza.
Si passa da scene di guerra ben dettagliate  alla vita quotidiana dei civili, gente comune e umile che vive le difficoltà derivate dalla povertà e dalla guerra, dai drammi dei soldati alle vicende che vedono protagonisti Ines e Cosimo.
I soldati non sono divisi tra  buoni e cattivi, sono spietati, ma anche  interessati a conservare un minimo di umanità che potrà salvarli, un po’ di sentimento e di  poesia in mezzo alle atrocità della guerra. Il punto di incontro tra Ines e il tedesco Woss sarà la lettura  e la loro passione per gli stessi libri.
C’è la guerra e ci sono anche i sentimenti e le emozioni date dai rapporti umani. C’è il dolore ma anche la speranza. E poi c’è la scelta .
Bella storia Giovanni .Bravo!!!!

Giudizio della commissione Rai L’autore riesce a raccontare in modo inusuale, senza pregiudizi i tedeschi e la loro presenza in Italia, mettendo tutti i personaggi del romanzo in una continua “emergenza etica”. La guerra è raccontata in modo molto dettagliato grazie alle competenze storiche dell’autore, ma in una logica “ribaltata” in cui ognuno è sempre sul punto di abdicare ai propri valori e dove la vittoria più grande è invece mantenersi saldi alla propria umanità. Melappioni riesce a trovare una chiave interessante, facendo slittare la missione d’onore da un contesto puramente bellico ad un piano morale.

Giovanni Melappioni nasce nel 1980 a Civitanova Marche (MC), dove vive con la compagna e due figlie. Laureato in Storia medioevale è un appassionato studioso di storia militare, con particolare interesse per il Medioevo e la Seconda Guerra Mondiale. Nel 2011 ha pubblicato il romanzo storico, L’Ultima Offensiva; nel 2013 il racconto lungo in e-book Lo spettro di Ney. Nel 2014 vince il premio “Racconti da biblioteca” dell'Aib (Associazione Italiana Biblioteche) con Un lavoro semplice, pubblicato in antologia digitale. Nel luglio 2014 vince il Premio Rai La Giara con Missione D’Onore (secondo classificato). Gestisce un ristorante di famiglia.

sabato 9 maggio 2015

Momenti di trascurabile infelicità di Francesco Piccolo

Mentre leggevo ridevo da sola ,mi ha molto divertito .
Chi non ha provato i medesimi disagi, le medesime seccature della vita quotidiana? Scorrevole e godibile. Alcuni fatti sono meno trascurabili e fanno pensare. Dopo il successo del penultimo libro “Momenti di trascurabile felicità”, Francesco Piccolo prosegue con quest’altra parte della medaglia, con “Momenti di trascurabile infelicità”. Una scelta commerciale? Probabile. Il fatto è che Piccolo scrive bene e in maniera coinvolgente. Si legge tutto d’un fiato.

«Quando mi dicono: ti potevi vestire meglio. E io mi ero già vestito meglio».

«Avrei voluto nascere Carlo d'Inghilterra. Avrei voluto essere l'erede al trono per tutta la vita, solo erede al trono. Avrei voluto avere qualche problemino sentimentale e poi non fare niente, per tutta la vita, aspettando qualcosa che con certezza non arriverà».

«Il fatto di non sapere se la luce del frigorifero, quando l'hai chiuso, si spegne veramente».

A volte vorremmo eliminare qualcosa ma sorge il dubbio che sia «come i bastoncini dello shangai: se tirassi via la cosa che meno mi piace della persona che amo, se ne verrebbe via anche quella che mi piace di piú».

“il fatto di non sapere se la luce del frigorifero, quando l’hai chiuso, si spegne veramente”

Quest'anno è volato.
Si dice tutti gli anni,alla fine dell'anno.
Mi chiedo come sono gli anni lenti,che non passano mai. Perché non li ho mai vissuti.

“ Quando i ristoranti, dopo il nome, scrivono “ dal 1972” o “dal 1983”,Io ero già nato.E alle volte ero già grande.”

giovedì 7 maggio 2015

Chi manda le onde di Fabio Genovesi

“Chi manda le onde “ di Fabio Genovesi , edito da Mondadori è tra le proposte al premio Strega di quest’anno.


«il problema non sono le bugie. Il problema è la verità, che fa proprio schifo», oppure «è più assurda di qualsiasi storia inventata»

E così si intersecano storie vere di dolore  e emarginazione, di infelicità e  insoddisfazioni, storie di personaggi veri ma che a volte sembrano così assurde da diventare strane e interessanti da raccontare.
"e quando ti accorgi che una maglietta è macchiata vuol dire che le macchie sono serie veramente

Protagonista una bambina  tredicenne  albina dal nome Luna come la civiltà antica e sconosciuta della Lunigiana. I suoi occhi delicati vedono sfocato  e sono protetti da un paio di occhiali che filtrano il mondo . Passa il tempo in compagnia dell’amico Zot, in orfano di Chernobyl ,lasciato in Italia al termine di un programma di accoglienza.
Luna e Zot sono bambini strani agli occhi dei coetanei, e per questo derisi e allontanati, ma sono più  “vecchi” e maturi degli adulti.Lei ha i capelli bianchi lui ascolta Claudio Villa , suona la fisarmonica e parla come un anziano.  Zot vive insieme al “nonno” adottivo Ferro, un bagnino in pensione , acido e volgare, convinto che i russi vogliano portarsi via la casa.
I quarantenni sono insicuri, stanchi,rinunciatari (“non posso neanche dire che non sono riuscito a fare quello che volevo nella vita, perché non ci ho nemmeno provato, ho solo rimandato tutto”). Sandro vive ancora coi genitori  in attesa di una supplenza, i suoi amici Marino e Rambo frugano sulla sabbia nella speranza che i turisti abbiano perso qualcosa.  Insieme raccolgono funghi e pinoli da vendere a un ristorante.
Serena, la mamma di luna, è bella ma  si veste come un soldato e tiene lontani gli uomini . Racconta in seconda persona come se si mantenesse lontana da tutto, dai sentimenti e dagli errori. Luna invece racconta in prima persona, ha la sincerità dei bambini ed è delusa dalle bugie degli adulti.

Il dolore è tutto intorno come il mare e a volte è più forte ,come le onde che ci travolgono.
E’ meglio essere passivi , non vivere per evitare il dolore? No perché il dolore c’è comunque , la morte ci avvolge e allora è meglio reagire, trovare un appiglio per ricominciare.
"Un sogno quando comincia non importa se durerà una vita o cinque minuti: un sogno comincia sempre per durare in eterno”

E’ un libro sull’amore e l’amicizia . E’ tenero e commovente ma anche divertente, drammatico e spiritoso.
Sullo sfondo la Versilia con il mare da una parte e i boschi e le montagne dall’altra.



"Siamo tutti normali finché non ci conosci abbastanza". 

lunedì 4 maggio 2015

Il profumo delle bugie di Bruno Morchio

Questo libro mi ha ricordato Festen ,film del 1998 aderente al manifesto Dogma 95 scritto e diretto daThomas Vinterberg, vincitore del premio della giuria al 51º Festival di Cannes

Anche nel romanzo di Bruno Morchio, edito da Garzanti(2012), c’è una famiglia prestigiosa che si riunisce a casa del patriarca e tira fuori ogni veleno ,evoca ogni scheletro nell’armadio.
La famiglia D'Aste è una delle più in vista della città grazie all’attività immobiliare e le conoscenze politiche. Ma dietro l’apparente felicità  e benessere si nasconde un covo di vipere che reprimono dissapori , gelosie ,malintesi. I rapporti tra i vari componenti sono viziati da antichi segreti e da bugie. Sarà Dolores la ragazza del nipote Francesco ,che  scoperchierà il Vaso di Pandora e metterà in subbuglio le loro vite, facendo crollare il castello di ipocrisie. Così usciranno vecchi rancori, litigi, segreti, vecchi traumi infantili  che li metteranno uno contro l’altro fino alla sorpresa finale. Nessuno è come sembra, ogni personaggio viene disegnato in tutte le sue sfaccettature e rivela  mano a mano nuovi risvolti. E’ una famiglia patriarcale retta dal nonno, Edoardo,imprenditore senza scrupoli, cinico  e  corrotto, donnaiolo e infedele,ma innamorato di sua moglie Ines, invalida sul letto e in punto di morte, poco materna, che si rivela essere il personaggio più imprevedibile. Poi i figli: il medico insicuro e  nevrotico Meo e la lesbica e hippy Lena che torna dopo vent’anni dall’India per assistere alla mamma morente e riscattare la sua parte di eredità. Rosita , la moglie di Meo, è l’estranea, mai accettata dai suoceri , che vuole fare la signora a tutti i costi, invidiosa e opportunista,
Infine  l’erede Francesco, buono e ingenuo ,con la sua fidanzata Dolores, sensuale, intelligente, disinibita e simpatica al nonno. Il loro futuro matrimonio non è buon visto dai genitori.
Un romanzo ben scritto, scorrevole, che ti tiene attaccato alla storia e riproduce un’ aspro spaccato di vita reale . Autore interessante.Consigliato.