La regola dell'equilibrio ( Einaudi) segna il ritorno dell'avvocato Guerrieri. Dopo molti anni Guerrieri è cambiato, è più riflessivo, solitario e chiuso in se stesso, il suo interlocutore preferito è il sacco da boxe che pende dal soffitto del soggiorno. Il suo nuovo cliente è un ex compagno di università, il più bravo, ora giudice al pieno della carriera, ma accusato di corruzione e di aver preso dei soldi in cambio di assoluzioni. Guerrieri accetta subito di difendere il giudice, certo della sua innocenza, ma poi si trova davanti una diversa verità.Così Guerrieri si trova a dover fare i conti con la sua morale. "La regola dell'equilibrio consiste nel non cercare giustificazioni, nel non manipolare il racconto che facciamo di noi a noi stessi e agli altri."
Sicuramente la tendenza ad autogiustificarsi è un'abitudine degli italiani. Guerrieri invece si interroga, si chiede fin dalle prime pagine se è giunta l'ora di smettere di fare l'avvocato .
La vicenda si sviluppa tra Bari e Lecce, tra verbali di interrogatorio e aule di tribunali, tra menzogne e verità, per presentarci situazioni e personaggi molto simili a noi. Carofiglio questa volta ci racconta una faccia dell'Italia.
Ottima scrittura , leggere Carofiglio è sempre un piacere,uno stile lieve che cattura e che alterna ironia a momenti che fanno riflettere.
Chi mente a se stesso e presta ascolto alle proprie menzogne arriva al punto di non distinguere più la verità, né in se stesso né attorno a sè (dai Fratelli karamazov di Fëdor Dostoevskij)
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