venerdì 5 giugno 2015

Il Ballo di Irene Nemirovsky

Un racconto che si legge tutto d’un fiato.
La protagonista è la figlia quattordicenne dei coniugi Kampf, lui banchiere ebreo che grazie ad investimenti ben calcolati riesce ad accumulare una grande ricchezza tanto da consentire alla famiglia il passaggio nell'alta società e lei donna arrivista, ambiziosa e vanitosa, che dopo anni di sacrifici e rinunce può finalmente esaudire il suo desiderio di far parte  della società che conta.
E quale migliore occasione se non quella di organizzare un ballo  nella sua nuova residenza e invitare ben 200 ospiti tra le famiglie più in voga e dai titoli altisonanti? Si perchè il denaro non basta per essere soddisfatti, bisogna che gli altri lo vedano, lo percepiscano.Ma a questa pomposa cerimonia non potrà partecipare la signorina Antoinette,che  nel pieno della sua adolescenza si sente pronta per il debutto in società..La  madre continua a trattarla come una bambina,anzi una bambina stupida che crea solo problemi,e la obbliga ad andare a letto presto come ogni sera.
Antoinette soffre, piange, odia i suoi genitori che non si curano di lei fino a mettere in atto la sua vendetta, tremenda ed efficace e a godere alla fine del risultato. Tutta la crudeltà porterà alla sconfitta per entrambe, madre e figlia,  accomunate dalla stessa insensibilità, Antoniette alla fine sarà diventata come la madre. Antoniette odia i suoi genitori che considera gretti e ridicoli, «Vorrei morire; Dio fa' che io muoia... Dio mio, Madonnina, perché mi ha fatta nascere tra loro? Puniteli, vi prego... Puniteli una volta e poi muoio in pace...», e odia anche la sua bambinaia inglese che vede come un’imposizione di sua madre.
Un racconto breve ma che racchiude tantissimo . Intanto il fatto che il denaro fatto con troppa facilità, o con espedienti poco puliti, non può portare alla felicità. Le persone invitate sono nobili sono nei titoli ma sono vecchi furbi, donne con passati in case chiuse etc. Ritroviamo l’ironia della Nemirovsky. Bella la scena del ballo a cui si presenta solo la maestra di musica di Antoniette che gode della situazione imbarazzante:” Già le undici e dieci” esclamò la signorina Isabelle “Si, ha ragione il tempo vola da voi ,complimenti…..Addirittura le undici e un quarto,credo, sentite i rintocchi?”
Poi il tema autobiografico della madre arida d’amore verso la figlia, ed innamorata del piacere, del lusso e dello sfarzo che tragicamente poi le si ritorcerà contro è il leitmotiv preferito dall’autrice.
Antoinette può essere considerata l’ alter-ego dell'autrice .
E’ come spiare la vita privata di una famiglia e coglierne tutti gli atteggiamenti meschini.Bello!!

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