martedì 30 dicembre 2014

Condominio R39

Tra le belle letture del 2014 c'è anche Condominio R 39 di Fabio Deotto,edito da Einaudi

Il 22 marzo in una palazzina di quattro appartamenti,nella periferia milanese, si consuma un atto di violenza inspiegabile: cinque persone vengono tirate fuori in coma e un ragazzo di 26 anni in stato confusionale.
Viene incaricato delle indagini un commissario dal passato oscuro e il presente tormentato e dal nome ridicolo di Pallino.(Ho letto che l'autore non rivelerebbe neanche sotto tortura il motivo di questa scelta)
La realtà  prende forma un po' alla volta in un'atmosfera che si fa sempre più tesa, complessa e tetra, fino a comporre un mosaico gotico di persone ai margini della società , costrette a fare i conti con cosa sono diventate , con le loro debolezze, rinunce e compromessi.
Così con dei flashback torniamo ogni volta in un appartamento della palazzina per scoprire cosa stava facendo il suo proprietario il giorno della tragedia. Conosciamo i pensieri e le manie di un vecchio biologo ossessionato dalla decomposizione , costretto su una sedia a rotelle in seguito ad un incidente provocato dallo stesso commissario ,in cui sua moglie è morta; la pazzia di un'ex attrice la cui mente ora è in preda ai fantasmi; le strane abitudini di una giovane che lavora in un night club, dedita a pratiche erotico- esoteriche col fidanzato; le azioni di  un ragazzino che finge di avere la febbre per non andare a scuola e  viene lasciato solo da sua madre.
Alla fine non è importante chi sia il colpevole,la storia gialla è un pretesto per indagare sulla vita privata di personaggi variegati , disastrati  e emarginati.Ogni personaggio ha una sua storia da raccontare che si intreccia con le altre fino a formare una sorta di ritratto contemporaneo.
Il romanzo d'esordio di Deotto  tiene incollati alla lettura e propone una struttura originale. Il romanzo ,per niente banale, disturba e lascia il lettore con un certo malessere Spero che l'autore riconfermerà la sua bravura col prossimo titolo.

sabato 27 dicembre 2014

Il cuore selvatico del ginepro


 Ho appena finito di leggere Il cuore selvatico del ginepro, opera prima di Vanessa Roggeri, edtito da Garzanti. Si nota subito l' amore della scrittrice per la sua terra aspra e coriacea, la Sardegna. Lei stessa dice di aver coltivato la sua passione per la scrittura fin da piccola, affascinata dai racconti magici e misteriosi della nonna.

Questa è proprio una storia legata alle favole e alle leggende di una Sardegna fine ottocento,terra di superstizioni e credenze popolari che condizionano la vita e i sentimenti di chi la abita .
Il cuore selvatico del ginepro è quello di Iannetta, che, come il legno del ginepro, è esile ma forte  a tal punto da non spezzarsi sotto l'odio altrui.
Iannetta è la settima di sette figlie,  e viene considerata da tutti una cogas, una strega dedita alle arti malefiche che si nutre di sangue umano soprattutto dei neonati. Per evitare che la disgrazia incombi sulla famiglia e sul paese intero deve essere uccisa immediatamente dal padre che  la lascia fuori al freddo sperando che la natura faccia quello che lui non ha avuto il coraggio di fare.Solo la primogenita Lucia, di dieci anni, vede in lei nient'altro che una sorellina, e decide di salvarla.Lucia è di animo buono e crescendo rappresenterà una luce nel buio dell'ignoranza , la ragione che vince sulla superstizione.
Tutti sono convinti che bisogna tenere distante Iannetta, una cogas maledetta che porta solo male e lei stessa se ne convince, isolandosi e vivendo come un animale nei nuraghi  La famiglia Zara viene emarginata e ogni disgrazia avvenuta in paese viene addebitata a Iannetta. La stessa Lucia deve lottare con quell'alone di mistero che avvolge la sorella  e per non farsi influenzare dalle credenze popolari. Ma lei , pur essendo cresciuta in un ambiente dalla mentalità chiusa, non ha paura di guardare oltre , aiutata dall'amore di Giuseppe, un medico che privilegia la scienza e la razionalità.
Lucia rappresenta la modernità, la forza positiva che dissolve la malignità  impersonata soprattutto dalla madre Assunta, una donna dura che rappresenta il passato chiuso nell'ignoranza. La famiglia Zara è una dimostrazione  che non basta partorire una figlia per amarla.
Le protagoniste del romanzo sono donne molto diverse tra loro,forti nel bene e nel male.Donne che lottano per sopravvivere come Iannetta, donne accecate dalla superstizione come assunta o dalla gelosia come la sorella Pinella e  donne capaci di vedere oltre, come Lucia ,che rappresentano la speranza di un cambiamento.

"Lucia aiutami"
La implorò e la voce non suonò stonata e nemmeno sgradevole. Mai come in quel momento Iannetta le parve più umana. Mai come in quel momento Iannetta le parve in tutto e per tutto sua sorella, sangue del suo sangue. Ma il conforto per aver capito di averlo sempre saputo, perchè la pena provata per lei negli anni alla fine non era andata sprecata, durò poco. ( da Il cuore selvatico del ginepro di Vanessa Roggero)

venerdì 26 dicembre 2014

Le Braci di Sandor Marai


Il generale Henrik è un uomo triste, vive in penombra nella sua stanza - " al di là delle pareti fresche ronzava e fermentava l'estate" - in un castello racchiuso tra monti e foreste dell'Impero austro-ungarico. Il luogo è' un mondo a sé, nel quale sua madre, francese, non era mai riuscita ad ambientarsi.
Ora vive recluso con Nina , la sua governante, con la quale c'è grande sintonia-"la vita aveva mescolato i loro giorni e le loro notti ciascuno dei due era consapevole del corpo e dei sogni dell'altro.Attende vendetta.
Sta aspettando Konrad , l'amico inseparabile conosciuto nel collegio militare.
Sono passati 41 anni da quando lo ha visto per l'ultima volta. Quel mercoledì erano in tre: lui, sua moglie Kristina e Konrad e dopo quella sera Konrad  fuggì senza dare spiegazioni.
Tutto è come allora, anche la tavola è apparecchiata come allora. Quando konrad arriverà dovrà porgergli alcune domande.L'incontro-scontro tra Konrad e henrik si trasformerà in un monologo di quest'ultimo.
Intanto nel caminetto le fiamme si trasformano in braci che conservano il calore del fuoco estinto. E' la forza della memoria, il tema principale di questo libro poetico coinvolgente. Henrik cerca con minuziosità di recuperare i particolari della memoria. Ci sono domande alle quali non è riuscito a dare una risposta e che ora vuole porre a Konrad. 
La memoria è necessaria per sopravvivere. L'uomo è vittima delle proprie illusioni e ossessioni.
Ha senso mantenere accese le passioni?
Un libro che va letto lentamente, assaporando ogni parola e cercando di leggerne il senso. 




martedì 23 dicembre 2014

Resta con me di Elisabeth Strout

Ancora un romanzo di Elisabeth Strout da segnalare: Resta con me.

Il reverendoTyler Caskey è una presenza insolita per la comunità di West Arinett. Ci sa fare e tutti lo amano e lo apprezzano. Eppure un giorno cambia e, l'attrazione si trasforma in sospetto e maldicenza. La giovane signora Caskey, poco amata dalla gente del luogo, muore..Una morte che travolgerà il marito e le loro bambine in modo irreversibile.La figlia maggiore, Katherine ,di appena 5 anni, smette di parlare chiudendosi in un silenzio impenetrabile.
Tyler non trova conforto nella religione e nelle sue certezze e non sa come proteggere sua figlia, si deprime a tal punto da perdere la sua sicurezza e non trovare più le parole adatte in chiesa. Deve affrontare una comunità che gli si rivela ottusa, arida ,distante e la gente comincia a spettegolare sul suo rapporto con la governante ,per la quale  lui prova stima e affetto, e a dire cattiverie sul comportamento di sua figlia.
La cattiveria di questa gente si trasforma in desiderio di onnipotenza. La storia è costruita piano piano per rivelarsi appieno solo alla fine.
La Strout fa un bell'affresco dell' America puritana degli anni 50 in una cittadina del Maine abitata da rigidi protestanti conformisti, che nascondono i propri problemi per parlare di quelli degli altri.


lunedì 22 dicembre 2014

I Fratelli Burgess di Elisabeth Strout

Dopo Modiano voglio parlarvi di una scrittrice anch'essa scoperta da poco e subito entrata a far parte della lista dei miei favoriti: Elisabeth Strout
Elisabeth Strout  è una scrittrice americana nata a Portland, nel Maine, nel 1956. Ha vinto il Premio Pulitzer con Olive Kitteridge,una raccolta di racconti, strutturata in forma di romanzo.
Vive tra il Maine e New York con il marito avvocato e  politico e la figlia, e proprio in questi due luoghi, molto diversi tra loro è ambientato il romanzo di cui vi voglio parlare oggi:
I Ragazzi Burgess
Elegante, psicologico, poetico.
La storia di tre fratelli, Jim e i gemelli Bob e Susan, i cui rapporti sono condizionati da un fatto tragico avvenuto quando erano piccoli.
Da adulti si ritrovano per risolvere un problema familiare: il figlio problematico di Susan ha gettato una testa di maiale in una moschea dove si ritrova in preghiera una comunità di immigrati somali, scatenando così una guerra ideologica.
 Tra Shirley Falls, nel Maine, e New York, i fratelli Burgess  si ritrovano a fare i conti con il loro passato, con le bugie e le falsità familiari, con le proprie solitudini e con il rapporto difficile tra di loro e con i coniugi o ex coniugi.Fanno da sfondo il mondo rurale e la natura del Maine con le difficoltà di integrazione di una comunità somala, e la vita frenetica e culturale di New York.
Speranze e delusioni nel paese del "sogno americano" e delle grandi contraddizioni, la crisi dei valori .
A proposito del razzismo emblematica la frase di Bob:".....perchè in realtà, nel profondo, da quando sono andate giù le Torri è proprio questo che vogliamo, noi ignoranti bambinetti americani. Avere il permesso di odiarli"



domenica 14 dicembre 2014

Patrick Modiano


Quando il 9 0ttobre 2014 i 18 giurati della Accademia svedese hanno assegnato il premio Nobel della letteratura a Patrick Modiano in molti ci siamo chiesti chi fosse.Figlio di un ebreo francese di origini italiane e di un'attrice belga,Modiano è nato nel1945 a Bolougne-Billancourt, E' considerato uno dei più importanti narratori francesi contemporanei.Appresa la notizia del premio, Modiano ha commentato:"Sono felice,ma trovo tutto questo bizzarro".


Dora Bruder
Letto in un giorno tutto di'un fiato. Intanto non è un romanzo.
Lo scrittore si imbatte in un articolo di un vecchio numero di Paris-Soir del 31 dicembre 1941 che parla di una fuga di una ragazza ebrea sedicenne . Quel giorno nel giornale appare un annuncio nel quale un padre e una madre chiedono notizie della loro figlia. Modiano  parte da quella richiesta per ricostruire la storia della famiglia, i possibili motivi che hanno indotto la ragazza a sparire e che cosa abbia fatto per quel lasso tempo prima di essere catturata quattro mesi dopo.Anche lui ebreo cerca di ricostruire la fuga della ragazza. La ricostruzione si intreccia con ricordi personali e le storie di altri ebrei deportati. Bello!!!

L'orizzonte
La forza delle casualità,un incontro casuale che non poteva avvenire altrimenti.
“Bosmans aveva letto da qualche parte che ogni primo incontro tra due persone è come una leggera ferita che ognuno prova e che risveglia dalla propria solitudine e dal proprio torpore”.
Bosmans conosce Margaret Le Coz una sera sulle scale del metrò, mentre vengono schiacciati da una folla manifestante. Cominciano a frequentarsi,ma entrambi fuggono da qualcuno .
Lei è inseguita da un uomo alto ,bruno,sulla trentina. Lui fugge da una donna sui cinquant’anni coi capelli rossi (forse sua madre )che gli chiede dei soldi, accompagnata da un uomo dall’aspetto di un prete spretato.
Un amore timido il loro, mai dichiarato esplicitamente,un amore fatto di paure e sensi di colpa, fino a che Margaret parte improvvisamente senza lasciare nessuna traccia.
Sono passati quaranta anni e Bosmans gira per Parigi con un taccuino dove sono fissati i suoi ricordi, come a preservarli dall’oblio. Così si ricorda di Margaret .
Ripercorre le tappe cerca di spiegare i misteri che hanno circondato la vita della donna e le persone con le quali lei ha avuto a che fare. Infine decide di andare a cercarla a Berlino.
Anche in questo romanzo i misteri ci catturano ma non vengono svelati alla fine. Non tutto si deve spiegare , importanti sono solo i sentimenti.
I personaggi di Modiano sono impenetrabili, complessi e misteriosi,li trovo molto interessanti. Lo stile è raffinato e intenso.
 
Bijou
Conferma il suo talento Bijou (Einaudi, ), storia di una giovane donna che un giorno nella stazione Châtelet, una delle più affollate del métro parigino, intravede sua madre: "Ero tra la folla che percorreva il corridoio senza fine... una donna indossava un cappotto giallo.Il colore del suo cappotto aveva attirato la mia attenzione... l'ho vista in faccia. La somiglianza di quel volto con quello di mia madre era sorprendente".
Così comincia il racconto. Scopriamo allora che la giovane donna durante l'infanzia veniva chiamata "Bijou" dalla madre negligente nei suoi confronti fino all'abbandono totale: "Suonavo alla porta, nessuno veniva ad aprirmi. Allora scendevo le scale e andavo a telefonare in un caffè un po' più avanti, sulla strada.
Il padrone e i clienti mi guardavano con gentilezza".
Ora fa la babysitter per una bambina che le ricorda molto se stessa da piccola. I suoi genitori non sembrano preoccuparsi di lei, non le vogliono acquistare un cane(aveva avuto un cane per pochi giorni poi sparito) e la lasciano spesso sola, sono rigidi e hanno nomi inventati(come sua madre) . L'incontro con un uomo dal doppio nome e una farmacista cambierà il suo modo di vedere le cose.
Come al solito ricordi da rimettere insieme, passati da ricostruire, personaggi con comportamenti e vite misteriose. Stanze vuote che stanno a simboleggiare il vuoto delle vite e la precarietà ,si fermano lì per poco sono di passaggio. Solo la bambina non è un mistero. Intuiva quello che provava perché era stata anche lei così.

venerdì 12 dicembre 2014

Perchè aprire un blog? E che cosa dire di interessante? Forse niente.Solo il desiderio di scrivere qui le impressioni a caldo sui libri letti e magari trovare qualcuno con cui condividerle. Proviamo!