giovedì 25 ottobre 2018

L'unica storia di Julian Barnes

Quando un libro ti rimane dentro e continui a pensarci significa che ti ha lasciato qualcosa e che è un bel libro.
Julian Barnes L’unica storia Einaudi
“Abbiamo quasi tutti un’unica storia da raccontare. Non voglio dire che nella vita ci capiti una cosa sola; al contrario, gli avvenimenti sono tantissimi, e noi li trasformiamo in altrettante storie. Ma ce n’è una sola che conta, una sola da raccontare alla fine. E questa è la mia”.

E la storia che segnerà per sempre la vita di Paul è il suo primo amore a 19 anni con una quasi cinquantenne conosciuta al circolo tennis al quale si è iscritto per insistenza di sua madre.
Il libro è diviso in tre parti corrispondenti a tre precise fasi della storia tra Paul e Susan.
La prima parte racconta la fase dell’ innamoramento e dell’entusiasmo, della leggerezza e della trasgressione; Susan chiama Paul il suo Bel-Ami.
La  seconda racconta dello sviluppo della storia che inevitabilmente incontra ostacoli e problemi da affrontare, come il marito Gordon ,iracondo e violento, e la distanza che si viene a creare tra la vita dei  due amanti.
La terza dell’epilogo finale è narrata in terza persona e ci presenta i fatti in maniera oggettiva.
Abbiamo sempre il solo punto di vista di Paul che si butta a capo fitto sulla storia e continua ad amare e a prendersi cura di Susan anche nelle difficoltà. La storia con Susan influenzerà tutta la sua vita e il rapporto con le altre donne. Susan è più enigmatica,per lei, dopo un primo amore morto di leucemia e un matrimonio grigio, la storia con Paul inizia come  una piacevole avventura  che poi si rivelerà fatale.
“Il primo amore segna una vita per sempre: almeno questo negli anni l’ho imparato. Magari non supererà gli amori successivi, ma la sua esistenza li condizionerà lo stesso. Potrà costituire un modello ideale o un controesempio. Potrà offuscare gli amori successivi; ma potrà, al contrario, anche facilitarli, favorirli. Anche se, qualche volta, cauterizza il cuore e chiunque si avvicini dopo non troverà altro che tessuto cicatriziale.”
Paul si interroga sulla felicità: “Ma se cosí era, forse si poteva ampliare la tesi. Per esempio, affermare di essere stati un tempo felici, e crederci mentre lo si affermava, voleva dire essere stati davvero felici. Possibile? No, era evidentemente un argomento pretestuoso. D’altro canto, la memoria emotiva non è come un manuale di storia; le sue verità sono in mutamento continuo, e vere perfino se incompatibili.”
Ma forse il segreto di essere felice è nel non porsi alte aspettative
E forse il senso della vita è quello dell’amica Joan, personaggio interessante:
“Siamo tutti in cerca di un porto sicuro. E se non lo troviamo, ci tocca imparare ad ammazzare il tempo.”
Barnes attraverso le riflessioni di Paul fa una critica ironica dell’età adulta, della borghesia.
Alla fine forse ha ragione Joan , dobbiamo trovare un compromesso, un equilibrio, un porto sicuro. In fondo“In amore, ogni cosa è al tempo stesso vera e falsa; l’unico argomento al mondo sul quale è impossibile dire insensatezze».”
E
“Forse è impossibile catturare l’amore in una definizione; forse lo si può catturare soltanto in una storia.”
Ho trovato l’ultimo libro di Barnes bellisssimo perché analizza con spietata veridicità l’animo umano, i suoi sentimenti e le sue relazioni con l’altro, ci fa interrogare sul significato del tempo che domina tutto, sulla funzione della memoria che ci fa ripensare alle cose passate con nostalgia e quindi modifica la realtà : sono più veri i ricordi belli o quelli brutti?
“La vita è bellissima ma anche triste», oppure «La vita è triste ma anche bellissima»? Una delle due era ovviamente vera, ma non era mai riuscito a stabilire quale.”