lunedì 5 gennaio 2015

Coordinate d'Oriente

Dopo "La colpa dei padri" , secondo classificato al premio Strega 2013, Alessandro Perissinotto torna in libreria un anno dopo con coordinate d'oriente"
Confesso di non aver ancora letto il primo e di essermi avvicinata a Pessinotto solo con questo romanzo che mi è stato regalato da un amico per Natale. Non sono quindi in grado di fare paragoni e ogni vostro commento sarà gradito.

" Coordinate d'Oriente" soddisfa il bisogno di raccontare e essere raccontato. Perissinotto insegna teorie e tecniche delle scritture creative a Torino e in questo romanzo mette in pratica le sue lezioni; fa la voce narrante , dentro e fuori la scena, della storia di Pietro, che ,dopo la fine del proprio matrimonio in seguito ad un evento tragico, parte per Shanghai alla ricerca di una nuova vita.
Lo scrittore dà ai suoi studenti il compito di registrare in una intervista un'esperienza lavorativa interessante. Consegnati gli elaborati, viene colpito da un fascicolo in mezzo alla pila di fogli: Intervista biografica di Pietro Fogliatti di Annarita Dionisio. La legge tutta d'un fiato e scopre che della studentessa non c'è traccia nel sistema informatico dell'Ateneo.
La sua curiosità lo spinge ad intraprendere un viaggio simile a quello del protagonista di Cuore di Tenebre alla ricerca di Kurtz.. Così gira per quartieri claustrofobici, rumorosi,in città cinesi che sembrano centri commerciali regni del fake, simili alle Città Invisibili di calvino. Il lettore sente i sapori d'oriente, gli odori pungenti,sgradevoli, entra nelle abitazioni private e nei locali pubblici.
L'autore rintraccia i movimenti di Pietro e scoprirà che i suoi sogni di modificare le leggi del mercato, in favore del rispetto dei diritti umani e contro lo sfruttamento, si sono rivelati utopia, ma che lì ha conosciuto una donna cinese che lava i pavimenti e suona il piano, uscita da un'esperienza personale simile alla sua.
Il romanzo è interessante e scorrevole anche se, nel tentativo di collegare e spiegare  i diversi elementi (come quando riporta alcuni casi di morti bianche) e nella continue citazioni letterarie, perde di continuità e risulta a volte frammentario. Perissinotto sembra voler dimostrare che per essere un buon scrittore bisogna essere un buon lettore, cosa certamente vera.

Bello l'inizio:

" L'arrivo in una città sconosciuta è sempre una sorta di imprinting. Le esperienze successive, la progressiva dimestichezza con il luogo, potranno correggere la sensazione iniziale fino a ribaltarla, ma, dentro di te, nel profondo, quella città rimarrà congelata nella prima fotografia che i tuoi occhi le hanno scattato. Shanghai mi accoglie con la pioggia. una pioggia minuta e fitta, che rimane sospesa nell'aria......"

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