venerdì 10 giugno 2016

Il giardino di cemento di Ian McEwan

"Non ho ucciso mio padre, ma certe volte mi sembra quasi di avergli dato una mano a morire".


Questo è l’incipit de “ Il giardino di cemento” un romanzo di Ian McEwan scritto nel 1978 e pubblicato per l’Italia da Einaudi. La voce narrante è quella di Jack , un adolescente torvo e apatico e , che nel momento in cui trova il corpo del padre morto per un attacco di cuore mentre sta coprendo col cemento il suo giardino, reagisce con indifferenza , come se la morte fosse un fatto naturale. Il padre gli aveva chiesto di tornare subito dopo la scuola per aiutarlo , ma lui si era attardato e chiuso in bagno per masturbarsi. In realtà non provava  affetto per un padre che si mostrava duro e irascibile in famiglia e si meraviglia nel ricordare il pianto delle sorelle alla notizia della morte.
Il padre appare come il colpevole dell’isolamento e la stranezza di questa famiglia, sembra un uomo senza sentimenti e la sua volontà di coprire il giardino con del cemento per non avere più il compito di curarlo è una metafora della sua aridità d’animo. Jack provoca la sua ira a tavola quando, per fare una battuta, dice di aver trovato un fiore nel suo giardino.
La vita continua monotona fino a quando la madre, costretta a letto da una malattia , muore e Jack(15 anni) Julie (17) , Sue (13) e Tom( 6) rimangono soli. Per paura di perdere la casa e di essere separati e chiusi in un orfanotrofio, i ragazzi decidono di seppellire il cadavere della madre in un baule in cantina, coprendolo con il cemento ordinato dal padre per i lavori in giardino. Colpisce l’assenza di dolore da parte degli orfani che sembrano aver conquistato una certa indipendenza.Tra Jack e Julie si sviluppa una tensione di carattere sessuale sempre più esplicita  e i due fanno da genitori ai due più piccoli. Il piccolo Tom inizia a fare i capricci e regredisce allo stato di neonato con Julie che assume sempre più il ruolo di mamma facendolo dormire in una culla nella sua camera. Tom vorrebbe essere una bambina per non subire gli scherni dei ragazzini più grandi  e le sorelle si divertono a vestirlo con i loro indumenti come se fosse una bambola.
Si continua a vivacchiare tra la sporcizia in casa e il degrado del rione  con costruzioni abbandonate e distrutte in attesa di costruire nuovi grattacieli, in una stagione estiva eccezionalmente calda. L’atmosfera è malsana e torbida,profetica di eventi negativi. La famiglia, sola e emarginata, vive senza regole.
Ad un certo punto gli orfani giocano a comportarsi come una famiglia vera: la tavola apparecchiata, la casa riordinata, lo stufato sul fuoco; ma gli odori iniziano a mescolarsi con un puzzo dolciastro e quando Julie comincia ad uscire con un giovane di nome Derek e lo invita  a casa loro gli equilibri si rompono.
Il romanzo è pieno di simbolismi: la putrefazione del cadavere che corrisponde ad una degenerazione dei rapporti dei quattro orfani,il degrado del rione e l’aridità di sentimenti, lo sviluppo dell’adolescenza tra brufoli e pulsioni sessuali, i sogni e gli incubi, il libro di fantascienza che Sue regala a Jack e che lui legge e rilegge per trovarvi delle spiegazioni esistenziali insegnamenti di vita.
Un libro crudo, angosciante che ti lascia addosso il cattivo odore, la sporcizia, il caldo appiccicoso,la sensazione di marcio.
Da vedere anche l’adattamento cinematografico del 1993 di Andrew Birkin, con  Charlotte Gainsbourg and Andrew Robertson.


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