giovedì 4 febbraio 2016

Sull'orlo del precipizio di Antonio Manzini

“L’orologio segnava le 23:30. Sull’orlo del precipizio, il suo ultimo romanzo, era terminato. Due
anni, sei mesi e tredici giorni, tanto era costato in termini di tempo. A questo si dovevano aggiungere l’ansia, la fatica, le notti insonni, i dolori alla cervicale, 862 pacchetti di sigarette, tre influenze, 30 rate di mutuo. Alle 23:30 di quel 2 ottobre 2015 guardando quella parola semplice di due sillabe, Giorgio Volpe, uno dei più grandi scrittori italiani, si interrogava sul suo stato d’animo”.
 Giorgio Volpe è uno scrittore italiano di successo, ma alla consegna del nuovo romanzo Sull’orlo del precipizio, scopre che la sua casa editrice è stata acquistata da una azienda maggiore chiamata Sigma, che ha inglobato tutti i marchi storici dell’editoria. Al comando ci sono caricature per niente interessate alla cultura e alla letteratura, ma solo al mercato. Nuova sede, nuova dirigenza, nuova politica editoriale.
Al posto dela sua fidata editor ci sono tue tipi strani ,Aldo, di Macerata, Sergej, di Mosca che hanno l’idea di modificare e rendere più accattivanti  i classici della letteratura.
A proposito dei Promessi Sposi diranno:
“Questo matrimonio non s’ha da fare…..Ma chi parla così? Ora invece senta che meraviglia: -Prova a fa ‘sto matrimonio e ti rompiamo il culo, bello. – E’un’altra cosa, è così che i giovani si avvicinano alla letteratura”
In Guerra e Pace scompare la parte dedicata alla guerra. Scompare la sperimentazione linguistica, le metafore, sparisce la poesia…..tanto chi la legge? Si traduce Gadda e Camilleri.
Anche il romanzo di Giorgio va corretto, non più una vicenda storica  nel mezzo del medioevo, ma una storia di spionaggio con  omicidi, sesso, amore e sentimento.Il protagonista  ,ispirato alla figura dello zio dell’autore,va cambiato, deve essere un eroe e anche il nome va cambiato, Ciro non è un   un nome da eroe.
Nel tentativo di sottrarsi a questa mercificazione Volpi cerca di contattare case editrici minori, pur di mantenere la propria libertà e dignità di scrittore.Ma scopre che tutto è stato comprato o è controllato dai potentissimi padroni della Sigma
Volpi dovrà accettare le assurde condizioni imposte dal nuovo manager, la cinica Federica Celletti, prototipo della arrampicatrice interessata al profitto della sua azienda.
Con un romanzo distopico Manzini ci racconta di un mondo grottesco in cui lo scrittore ha perso la sua libertà e la realtà editoriale è cambiata perdendo la propria indipendenza
Il libro scorre via piacevole, a tratti divertente, ma di un riso amaro perchè mano a mano ti accorgi che la situazione surreale descritta nel romanzo  non è tanto lontana dalla realtà, riconosci il potere dei marchi, ti accorgi del marketing che si fa oggi intorno a certi libri,a certi autori che scrivono a tavolino su richiesta del mercato.
 Volpi prova a lottare contro il nuovo sistema, ma alla fine si arrende. Proviamo a non arrenderci noi lettori e a ribellarci.

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