Libro bello e intenso che fa molto riflettere. Buzzati lo ha
scritto quando lavorava in redazione a Belluno pensando alla routine del suo
tran tran giornaliero e alla monotonia della vita. E se questo tran tran
durasse per tutta la vita? ecco allora il bisogno di dare un senso alla propria
vita, una svolta.Ma non è facile e siamo sicuri che noi siamo i veri fautori
delle nostre scelte? Il romanzo di Buzzati ci ricorda Waiting for Godot di
Becket, la vita è un assurdo attendere qualcosa che ci aiuti a dare un senso
alle cose. Drogo vive passivamente gli eventi , il tempo vola via inesorabile e
in attesa della vita vera non riesce a fare nulla se non andare incontro alla
morte. Il tenente Drogo, inviato a prestare servizio
nell’isolata e ormai inutile Fortezza Bastiani, ha il compito di sorvegliare un
deserto da cui non arriva mai alcun nemico, vivendo nell’attesa della guerra,
dell’azione, del giorno in cui finalmente potrà farsi valere. Anche quando
potrebbe andarsene, rimane invischiato nell’abitudine di aspettare, di sperare
che all’orizzonte compaiano finalmente dei puntini neri in movimento. Cosa può
dare valore alla vita di un soldato? La comparsa del nemico. Quando Drogo è
giovane ha la speranza che qualcosa di bello succederà, ma nell’attesa il tempo
scorre e si ritrova vecchio con la consapevolezza di aver sprecato la propria
vita perché il tempo vissuto è molto più lungo di quello ancora da vivere. E’
vero, in giovinezza il tempo sembra infinito
e poi, invecchiando, accelera per poi finire sempre troppo presto, con il
nostro carico di sogni irrealizzati, di giorni sprecati e occasioni mancate. Bellissimo!!!!!!!
S’illude, Drogo, di una gloriosa rivincita a lunga scadenza, crede di avere ancora un’immensità di tempo disponibile, rinuncia così alla minuta lotta per la vita quotidiana.
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